Tra i primi documenti scritti che attestano l'esistenza di Polignano a Mare vi è una pergamena del 992 d. C., conservata presso il monastero benedettino di Conversano, in cui la città appare già ben organizzata e influenzata dagli usi e costumi dei popoli dominatori del tempo : longobardi e bizantini. Tale documento fu redatto per dichiarare che tutti i beni del territorio polignanese, appartenenti a un nobile longobardo, venivano ceduti al monastero di S. Benedetto. La presenza dei popoli si sussegue con i Normanni nell' XI secolo, e in seguito con gli Svevi, quando prende vita una classe dirigente formata da commercianti che rilancia la produzione dell' olio d'oliva. Alla dominazione degli Angioini si deve l'opera di fortificazione del borgo per garantire la difesa dalle incursioni dei turchi e l'intensificarsi dei rapporti commerciali con uomini d'affari dei centri costieri. Durante la dominazione aragonese, le attività commerciali si svilupparono sotto il controllo dei mercanti veneziani (1506) e successivamente sotto il Regno di Napoli. Nucleo della vita economica polignanese era l'insenatura naturale, oggi nota come Lama Monachile, la cui etimologia risale secondo alcuni alla presenza delle foche monache, secondo altri a un eremita detto "don Monachino" che viveva presso una delle grotte presenti nella lama. Dal porto si esportavano olio, mandorle, carrube e vino e si importavano pellame, tessuti, legname e cavalli, ma talvolta anche epidemie. Infatti nel 1690, in seguito all'approdo di una imbarcazione di pellame, presso il porto di Ripagnola e proveniente dall'ex Iugoslavia, scoppiò una terribile pestilenza che dur� tre anni. Dopo le lotte tra francesi e spagnoli, Polignano passò sotto la dominazione spagnola fino all'Unità d'Italia.