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Conversano ("Cunverséne" per i suoi cittadini), in base ai resti archeologici ed alle tombe del 200/300 a.C., trarrebbe le sue origini nell'età del ferro come "Norba apula" fondata su una collina della murgia probabilemente dalla popolazione peuceta che la rese una "città fortificata" con possenti mura megalitiche. Successivamente fu distrutta dalle invasioni barbariche e ricrebbe già a partire dal V secolo d.C. diventando "Casale Cupersanem" e nel VII sec. d.C. diventa sede vescovile. Con la dominazione normanna, dalla metà dell' XI sec d.C., Conversano diventa un vero e proprio centro di potere come attesta la ricostruzione di un maniero sulle rovine del precedente che nei secoli successivi fu ulteriormente trasformato perdendo i caratteri del maniero per diventare una elegante dimora signorile, adatta al prestigio dei potenti feudatari: i conti d'Aragona che ne fecero una contea estesa su gran parte della Puglia centro-meridionale la cui importanza non venne sminuita che con il tramonto della struttura feudale. Importante diocesi e centro religioso sin dal Medioevo, la cittadina è oggi sede della diocesi di Conversano-Monopoli. Inizialmente lo stemma era uno rastrello a tre denti, a simboleggiare la natura del centro prettamente agricolo, successivamente pur conservando il rastrello, divenne scudo ovale contornato da fogliame e sormontato da una corona con una torre merlata al centro, fiancheggiata da cinque quadretti che rappresentano i 5 casali rispettivamente ad oriente ed occidente della città: tre a sinistra (Iavorra, Agnano e Castiglione) e due a destra (Sassano e Monterone).
Costruito dai Normanni intorno al 1054 a puro scopo di fortezza difensiva, il Castello di Conversano vide protrarsi la sua edificazione fino al 1187. In seguito (XVII sec.) divenne dimora dei Conti Acquaviva e fu trasformato tramite successivi rimaneggiamenti in fastoso alloggio signorile. Il fortino fu edificato su antiche mura megalitiche, risalenti al VI-IV secolo a.C., ancora visibili alla base della Torre Maestra, unica torre normanna sopravissuta. L’opera nel complesso presenta una pianta trapezoidale con i quattro angoli rivolti verso i punti cardinali. Nei quattro angoli svettano quattro torri. La torre Maestra o torre normanna, alta circa 25 metri, è costruita con conci calcarei regolari di cui si compongono le murature. Iniziata nel XI secolo dal primo conte di Conversano Goffredo Altavilla il Normanno, fu portata a compimento nel secolo XIII dai conti Brienne. All’interno è ripartita su tre livelli, collegati tra loro da una scala creata nello spessore dei muri. La seconda torre, simile alla torre maestra ma di dimensioni più modeste, fu costruita sul lato sud-est del Castello tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo. Nelle sue pareti si possono ammirare belle finestre gotiche e sul terrazzo un belvedere impreziosito da arcate. A partire dal XV secolo la contea di Conversano fu retta dalla famiglia Acquaviva che trasformò l'antica fortezza in una dimora principesca e ne consolidò alcuni elementi difensivi. In questo periodo (entro il 1480) Giulio Antonio Acquaviva fece edificare la torre cilindrica, divenuta oggi simbolo di Conversano, in sostituzione di una delle quattro torri quadrangolari del castello. Dalla presenza della merlatura in cima si intuisce che la torre venne rimaneggiata in un'epoca successiva. La torre poligonale invece fu costruita entro il 1503 da Andrea Matteo Acquaviva, figlio di Giulio Antonio. La torre ha la caratteristica forma a scarpa, con le mura leggermente inclinate per attutire i colpi dell’artiglieria. Sul terrazzo è presente una merlatura adatta alle bocche dei cannoni, mentre le strette feritoie lungo i lati del poligono consentivano il posizionamento delle munizioni. Oggi la torre risulta parzialmente interrata, ma un tempo era circondata da un fossato difensivo. Risalenti all’ottocento sono sicuramente le finestre ed i balconi della facciata che dà su Piazza Castello. Accanto alla torre poligonale, si trovava l’originario ponte levatoio che serviva a superare il fossato circostante prima che il castello venisse ornato dell’attuale ingresso monumentale sul lato sud-ovest, nel 1710, come scritto sull’architrave del portale, su richiesta della contessa Dorotea Acquaviva. Nella stessa occasione la contessa fece ristrutturare il cortile con l’accesso da un lato alla “cavallerizza” e, dall’altro, alle stanze dei conti. La “cavallerizza” era la zona destinata ad accogliere le carrozze ed è arricchita dalla presenza di un affresco seicentesco raffigurante i SS. Medici. Il castello includeva saloni di rappresentanza, dove i Conti ricevevano i loro ospiti, le stanze da letto, il “guardaroba”, la “cucina”, la cappella. Tra le stanze comitale merita risalto la magnifica camera nuziale del conte Giangirolamo II Acquaviva d'Aragona (detto il “Guercio di Puglia”) che conserva affreschi di Paolo Finoglio. Accanto alla camera nuziale troviamo le sale delle feste, illuminate da alti finestroni, dove inizialmente erano disposte le tele del Finoglio raffiguranti “La Gerusalemme Liberata”. Attualmente è possibile visitare solo pochi ambienti, in quanto molti sono abitati e proprietà di privati. Il Castello ospita al suo interno la Pinacoteca comunale, in cui sono esposte le tele seicentesche del ciclo "La Gerusalemme Liberata" del Finoglio.
Rappresentano i resti dell' Antica Norba,probabilmente di origine peuceta, i grandi massi sovrapposti con la tecnica a secco formavano muri spessi anche 4 metri rendendola una "città fortificata".
All'interno del castello, nei locali dell’Antica Galleria dei conti Acquaviva, realizzati tra la fine del ’400 e l’inizio del ’500 e restaurati nel dicembre del 1999, è collocata la Pinacoteca Comunale ’’P. Finoglio’’ dove si possono ammirare svariate opere tra cui i famosi dipinti sulla “Gerusalemme liberata” di Torquato Tasso, ciclo pittorico di 10 grandi tele del seicentesco napoletano Paolo Domenico Finoglio (sec. XVII). I locali comprendono un’anticamera, un salone di rappresentanza ed una piccola sala.
La Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta è un puro esempio di romanico pugliese e nasce probabilmente intorno al XI sec. su di un precedente edificio di culto precristiano. Nel corso dei secoli ha subito interventi di restauro e radicali cambiamenti all'interno durante il periodo barocco che però andarono persi nel 1911, quando un incendio distrusse completamente gli interni della chiesa a parte pochi arredi salvati dalle fiamme, fu possibile recuperare solo la facciata e la parte absidale. La ricostruzione, promossa dai vescovi Antonio Lamberti e Domenico Lancellotti, che riportò alla luce l'originario stile romanico,fu completata nel 1926 quando la cattedrale venne riaperta al culto. All'interno, le tre navate, munite di matronei, corrispondono alle tre absidi semicircolari del presbiterio. Un affresco quattrocentesco di scuola pisana ricopre l'intera abside sinistra. Ai lati delle navate hanno sede, tra gli altri decori, i due più importanti arredi scampati alle distruzioni dell'incendio del 1911: un crocifisso ligneo del XV secolo e l'icona della Maria Santissima della Fonte, protettrice della città. Il campanile originale fu bloccato a metà costruzione con un atto notarile da parte delle badesse del monastero di San Benedetto, quello che ora è considerato il campanile vero e proprio è di costruzione successiva; l'orologio fu aggiunto successivamente.
Complesso monumentale di grande rilevanza storico - artistica. Secondo una tradizione non attestata da fonti, il primo insediamento di monaci benedettini a Conversano risalirebbe al VI secolo a cui successero un gruppo di monache cistercensi la cui madre superiora aveva pure l'eccezionale privilegio (per una donna) del baciamano, seduta sul trono badessale, da parte del clero maschile per cui il monastero di San Benedetto acquisì la dizione di Monstrum Apuliae ("stupore di Puglia"). In corrispondenza dell'ingresso laterale che presenta una coppia di leoni su cui si innestano due colonne corinzie e un protiro riccamente decorato, si erge un campanile barocco la cui sommità è ricoperta di maioliche bicrome di cui è rivestita anche la cupola che si apre sulla navata centrale. All' interno decorazioni barocche con un grande altare centrale, gli altari laterali di San Benedetto e San Biagio che conservano due tele di Paolo Finoglio, altre opere sono attribuite a Carlo Rosa e Nicola Gliri. Sotto la chiesa si apre una cripta dell'epoca benedettina, dedicata a san Mauro . Il campanile di San Benedetto è molto più alto di quello della cattedrale, proprio per volontà delle badesse per affermare a Conversano la netta superiorità e il loro potere nei confronti del vescovo. Il chiostro medievale, risalente ai secoli XI-XIII, ha forma trapezoidale. Le colonne binate che reggono il portico hanno capitelli in pietra intagliata. Parte del complesso monastico ospita attualmente il museo civico archeologico che comprende una sezione di reperti dalla preistoria fino all'età romana, selci paleolitiche, neolitiche e corredi tombali dal VI al III sec. a.C. oltre a oggetti d'arte di età medioevale, materiali più antichi comprendono strumenti litici del paleozoico provenienti da alcune grotte di Conversano e Monopoli. Nel monastero furono tumulati il conte Giulio Antonio I, il "Guercio delle Puglie" e la moglie Isabella Filomarino, a lungo reggente della contea.
Edificato nel 1636 dal conte Giangirolamo II Acquaviva d'Aragona, probabilmente come ex voto ai santi Medici in seguito alla guarigione del figlio Cosimo, su una chiesetta preesistente, risulta essere il primo edificio di culto in stile barocco. All'interno è possibile ammirare tavole e affreschi di Paolo Finoglio. Nell'attiguo monastero furono ritrovati tre quadri ad olio della Beata Rita, di proprietà delle suore francescane (ospiti del convento dal 1636 al 1866). La chiesa è riconosciuta come santuario di Santa Rita, meta di continui pellegrinaggi, di cui si diffuse la devozione a seguito della miracolosa intercessione della Santa a favore del povero e moribondo sarto conversanese, Cosmo Pellegrini (era il 22 maggio 1877), miracolo che contribuì definitivamente, circa quattro secoli dopo la sua morte, alla canonizzazione di Rita da Cascia, proclamata solennemente il 24 maggio 1900 da Papa Leone XIII.
Realizzata nel 1652, sulla preesistente chiesa rurale adiacente al convento di San Leonardo, per volere della contessa Isabella Filomarino della Rocca, moglie di Giangirolamo II, presenta all'esterno una facciata sobria e all'interno uno spiccato stile barocco ricco e sfarzoso con altari lignei seicenteschi, tele dei secoli XVII e XVIII, un pulpito e due cantorie in legno dorato; l'altare maggiore, anch'esso ligneo e dorato, è sormontato da grandi colonne tortili, al cui centro campeggia la tela raffigurante la Madonna del Carmine con Santi dell'Ordine carmelitano, opera del pittore napoletano Andrea Malinconico, mentre alla base sono visibili gli stemmi degli Acquaviva d'Aragona e dell'Ordine Carmelitano. Attiguo alla chiesa l'ex convento aggi sede dell'ospedale civile.
La Chiesa di San Giuseppe (ora biblioteca comunale) è situata in via San Giuseppe. Fu edificata a fine secolo XVII su una più antica chiesa dedicata a Santa Maria della Sanità. Ha interessante facciata settecentesca tripartita da lesene, a due ordini; nel primo portale con timpano spezzato ed edicola con statua di San Giuseppe, nel secondo, finestra con al di sopra statua dell'Eterno Padre. Interno ad aula rettangolare con tre cappelle per lato e serie di altari lignei scolpiti e dipinti con tele settecentesche. Il convento ha un chiostro porticato su tre lati con volte a botte (uno con forbici ad archi acuti, due a pieno centro) e due balconi sorretti da mensoloni seicenteschi. Potrete ammirare inoltre un portale Semplice e un portone ligneo settecentesco.
Costruita nel 1462 presso un'antica chiesa rupestre sul percorso che collega Bari a Conversano a circa 2 km dal centro abitato. La leggenda narra che intorno alla metà del XV secolo la Vergine Maria avrebbe indicato ad una fanciulla il luogo dove avrebbe trovato una grotta con un suo dipinto. Edificata con il patrocinio dei conti Orsini – Acquaviva, fu affidata all'Ordine dei Frati Minori osservanti detto degli Zoccolanti fino ai primi anni del XIX secolo. Lo stile appare tardo-gotico con arredi rinascimentali, si possono ammirare: il cenotafio di Giulio Antonio Acquaviva, affreschi seicenteschi, gli altari in legno scolpito e dipinto e il grande crocifisso in cartapesta e legno che viene portato in processione per la città in occasione del venerdì Santo. Il monastero sorge attorno a due chiostri: il più piccolo è il più antico e presenta al centro un pregevole pozzo barocco con fregi realizzati in ferro battuto, quello più grande presenta statue e affreschi di santi per lo più di tradizione francescana. L'attiguo convento accoglie il centro di spiritualità Oasi "Sacro Cuore".
La chiesetta rurale di Santa Caterina è a pianta quadrilobata, caratteristica che la rende rara negli edifici religiosi occidentali, più frequente invece in quelli orientali, presenta una cupola centrale racchiusa in un tiburio ottagonale sul quale è posto un lanternino. Questo tempietto oggi, al suo interno, appare completamente spoglio ma sembra che un tempo fosse affrescato. La presenza di simboli come quadrato, ottagono e cerchio, presenti nella struttura, lasciano pensare che fosse una chiesa-culto per i Cavalieri Templari il cui ordine venerava proprio Santa Caterina D’Alessandria. Si pensa che in questo tempietto i Templari ricevessero la benedizione prima di imbarcarsi per mare verso la Terra Santa.
Nella località Torre di Castiglione, a sud di Conversano, sulla via per Castellana, in posizione geografica naturalmente ben difesa, esiste nascosto sotto grandi cumuli di pietre un insediamento delimitato da una cerchia muraria in buona parte conservata, interrotta da una grande torre quadrangolare. Il paesaggio è tipico della Murgia bassa e nei pressi di questo insediamento è presente un lago di doline che prende il nome dalla zona stessa: “lago di Castiglione”. La parte alta del colle è delimitata da una cerchia muraria e la zona pianeggiante che si stende sui lati ovest e sud fù sede di insediamento dall’età del bronzo finale (fine XII secolo a.c.) fino alla fine del IV – inizio del III secolo a.c. come attesta la scoperta delle tombe peucete (VI-IV sec a.c.). Il sito non risulta occupato in età romana; ma dopo una lunga interruzione il colle ritornò ad essere occupato soltanto nel tardo medioevo. Attorno alla torre quadrangolare vi sono i resti dell’insediamento medioevale costituiti da una cinta muraria con basamento megalitico che delimitava la cima del colle, dove sono emersi i resti di alcune strade, case, botteghe e i ruderi di una chiesa di impianto basilicale con abside semicircolare, della quale si ha memoria con il titolo dell'Annunziata.
Ubicato a circa 6 chilometri da Conversano, il Castello di Marchione nel Settecento viene utilizzato come elegante tenuta di caccia e residenza estiva degli Acquaviva d’Aragona. Nel secolo XIX, in cui si verificò un diffuso degrado del patrimonio artistico ed ambientale, il castello, insieme ai terreni, dato in affitto ad agricoltori disattenti ai beni e valori artistici, fu adibito a locale agricolo (lo si rileva da fotografie di inizio Novecento) ed il bosco fu dissodato. L’aspetto attuale del Castello di Marchione mostra gli interventi che si svolsero nel XVIII secolo e che gli conferirono i caratteri stilistici del Barocco, con influenze classicistiche. La struttura si presenta come una costruzione a pianta quadrata , con quattro torrioni cilindrici in pietra agli angoli ed è composta di un piano terra, un piano rialzato e un piano superiore, raggiungibile mediante un’imponente scala esterna a doppia rampa e che presenta in facciata un loggiato coperto. Trasformato in masseria a metà del XIX secolo, il castello di Marchione nel 1976 è stato riconosciuto come monumento nazionale e dal 1993 viene utilizzato anche per ricevimenti, meeting e congressi.
La Chiesa e convento dei Paolotti nacquero nella prima metà del XVII secolo su una cappella preesistente e il convento agli inizi dell’ ottocento diventò sede dell’ attuale Seminario vescovile.Nella seconda metà del XIX secolo l’architetto Sante Simone inserì il convento in una struttura neoclassica che agli inizi del novecento fu ampliata con la costruzione di un’ala ovest deputata a convitto per gli studenti laici del locale liceo, mentre il nucleo centrale ospita tuttora il seminario e la sua ricca biblioteca.
Le campagne di Conversano hanno una natura carsica con la presenza di numerose doline che si trasformano in bacini idrici a seguito di abbondanti piogge. Tali doline ritrovano la loro importanza fin dall’epoca dei romani quando sui punti più bassi furono costruite delle cisterne per l’approvvigionamento dei campi tutt’oggi visibili. Il particolare habitat dei laghi risulta fondamentale per la fauna anfibia e rettile; in particolare, si riscontra la presenza del tritone italico, del rospo smeraldino e della biscia d'acqua. Dal 1985 pertanto i laghi di Conversano sono stati dichiarati riserva naturale erpetologica. Essi inoltre costituiscono un punto di sosta per le migrazioni di diverse specie avicole, quali anatre, oche, aironi e fenicotteri. Recentemente, l'Unione Europea li ha classificati come siti di interesse comunitario per la conservazione del patrimonio naturale. Se ne riconoscono 11 di questi laghetti in tutto il territorio di Conversano: Sassano, Castiglione, Iavorra, Agnano, Vignola, Chienna, Minuzzi, San Vito, Padula, Petrullo.
- Chiesa di San Francesco d'Assisi: risalente al 1289 e annesso convento (oggi Palazzo Comunale).
- Chiesa di San Rocco: dedicata al patrono degli appestati, fu ampliata a più riprese in occasione delle epidemie di peste che hanno colpito la cittadina nei secoli XVI-XVII.
- Chiesa del Purgatorio: dalla fine del Settecento sede dell'omonima arciconfraternita, istituita nel 1643 col nome di Santa Maria del Suffragio.
- Chiesa della Passione: La chiesa della Passione fu edificata , con l'intento di "stimolare la passione del popolo in ricordo della Passione di Cristo", la chiesa conserva e custodisce le undici statue dei Misteri, di cui le più antiche risalgono al periodo tra fine del 700 e gli inizi dell'800, portate in processione il pomeriggio del venerdi' Santo, e di Santa Lucia, festeggiata il 13 Dicembre.
- Villa Garibaldi: realizzata alla fine XIX secolo in posizione sopraelevata presso il centro della cittadina. L'impianto ricorda quello di un giardino all'italiana, con una vegetazione imponente che disegna lunghe passeggiate e si alterna a scalinate prospettiche munite di fontane. Diversi busti celebrano le principali personalità della cultura italiana dell'Ottocento.